Gli anni venti in Italia furono anni complessi, tanto ruggenti e sfavillanti quanto inquieti. Anni cruciali di passaggio tra la Grande Guerra, con la fine dell’ottimismo e delle
Questa è la certezza del cuore è una frase tratta dal diario di un siciliano nato nel 1935, che a 73 anni decise di tornare a scuola per «imparare a scrivere meglio» e poter così annotare i ricordi di una vita. Il diario di Castrenze Chimento (questo il suo nome) è parte di quello scrigno conservato nell’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano, una grande casa della memoria che da 35 anni raccoglie, seleziona, cataloga e premia i diari delle “persone normali”. Uomini e donne, colti e semi-analfabeti, giovani o anziani: in questi diari ci sono storie che ci assomigliano perché hanno la forza della vita vissuta. La mostra prende le mosse da alcune di queste testimonianze, scelte tra quelle siciliane presenti nell’Archivio, e incrocia le loro parole e le loro storie con una preziosa selezione di dipinti delle collezioni artistiche della Fondazione Sicilia. Una mostra, dunque, che vuole attraversare metaforicamente la Sicilia in un doppio viaggio: pittorico e narrativo. Da una parte le testimonianze di siciliani del secolo scorso, molti dei quali emigranti, e dall’altra le opere di pittori come Guttuso, Catti, Marchesi. E così, per esempio, ad una tela di fine Ottocento che raffigura la Marina di Palermo, affiancheremo le parole e la vita di Calogero di Leo, nato a Lucca Sicula, nell’entroterra agrigentino, ed emigrato in America, terra che gli riserverà, sì, una biuriful laif, ma che gli regalerà pure numerose disavventure. La scelta dei dipinti ha privilegiato due filoni principali: la natura e le persone. Troviamo i paesaggi di Antonino Leto e le sagrestie di Salvatore Marchesi; le visioni di Guttuso e gli scorci agresti di Francesco Lojacono; le vedute di Francesco Zerilli e i cortei in nero di Pippo Rizzo.
Taobuk 2019 – Arti visive
L’arte in tutte le sue sfaccettature: la storia della Sicilia, la grande fotografia letteraria e l’arte contemporanea nei luoghi più caratteristici di Taormina.
A cura di Roberta Scorranese.
Roberta Scorranese è abruzzese di origine e milanese di adozione. Laureata in Lettere, si è formata alla scuola di Giornalismo di Perugia. Oggi è giornalista del Corriere della Sera, dove lavora come vice caposervizio nella redazione Eventi Culturali.
Orari: dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 22.
La mostra verrà inaugurata nei locali di Palazzo Ciampoli, giorno 22 Giugno alle ore 11.
La mostra, curata da Antonio D’Amico, intende raccontare la modernità della città di Domodossola, che all’inizio del Novecento fu coinvolta pienamente nella logica futurista.
Il libro Pippo Rizzo. Dialoghi futuristi, strettamente connesso all’omonima mostra svoltasi recentemente a Palermo presso la Fondazione Sicilia
La mostra – organizzata dal Vice Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Gen. CA. Riccardo Amato ed il Direttore del Museo Storico dell’Arma, Gen. B. Franco Alessio Pischedda, con la collaborazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali – propone un percorso espositivo incentrato su differenti autori vari che, dalla seconda metà XIX e alla prima metà del XX secolo, sono stati affascinati dall’immaginario dei carabinieri.
In mostra sono, pertanto, presenti diverse opere di Pippo Rizzo che, a partire dagli anni Quaranta del ‘900, ha dedicato moltissimi lavori all’immagine degli uomini in divisa e specialmente ai carabinieri, di cui fu sempre molto affascinato.
I CARABINIERI NELL’ARTE
27 febbraio – 20 marzo 2019
Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri
Piazza del Risorgimento, 46
00192 Roma
Orari di apertura:
dal martedì alla domenica
dalle 9:00 alle 13:00
Ingresso gratuito
Il libro Pippo Rizzo. Dialoghi futuristi, edito da Glifo Edizioni, strettamente connesso all’omonima mostra svoltasi recentemente a Palermo presso la Fondazione Sicilia, offre una panoramica storico-critica approfondita sulla centralità di Rizzo nel dibattito culturale degli anni Venti in Sicilia e nel resto di Italia, sottolineando punti di contatto, scambi e ispirazioni con gli altri protagonisti del movimento futurista.
Oltre ai testi dei curatori, Giulia Gueci e Sergio Troisi, da anni studiosi di Pippo Rizzo, il libro raccoglie diversi saggi – realizzati appositamente per l’occasione – di critici e storici dell’arte esperti nel settore: Enrico Crispolti – recentemente scomparso – Eva di Stefano, Davide Lacagnina – membri del comitato dei garanti dell’Archivio Pippo Rizzo –, Antonella Purpura, Direttrice della Galleria d’Arte Moderna di Palermo, e Federico Zanoner, responsabile dell’Archivio del ‘900 del Mart di Trento e Rovereto.
Siamo infinitamente addolorati per la perdita, avvenuta ieri sera, 8 Dicembre 2018, a Roma, del Prof. Enrico Crispolti,
celeberrimo storico dell’arte, appassionato critico militante,
curatore dei cataloghi generali di molti dei più grandi artisti del
secondo Novecento (da Lucio Fontana a Renato Guttuso, da Enrico Baj
a Vittorio Corona) e colonna portante nello studio del Futurismo,
di cui ha curato mostre memorabili e scritto numerosissimi e
preziosi testi, non ultimo quello pubblicato nel libro dedicato al
‘nostro’ Pippo Rizzo (“Pippo Rizzo. Dialoghi futuristi”, G. Gueci,
S. Troisi, glifo edizioni). Il prof. Crispolti è stato presidente
del comitato dei garanti dell’Archivio Pippo Rizzo fin dalla sua
fondazione nel 2013, credendo nel progetto, sostenendolo e
stimolandolo con grande disponibilità e correttezza nel corso di
tutti questi anni. La sua presenza, costante e discreta, il suo
sguardo sempre acuto e veloce, i suoi consigli saggi e combattivi,
unitamente alla sua vastissima competenza e granitica
professionalità, hanno rappresentato per l’Archivio Pippo Rizzo un
supporto e un conforto insostituibile, di cui siamo infinitamente
grati. Ci mancheranno moltissimo le amabili conversazioni tra i
libri del suo archivo, le riflessioni, i suggerimenti, l’ironica
intelligenza e la determinazione instancabile che tanto ci hanno
ispirato in questi anni nella definizione del nostro stesso
archivio.
Con enorme stima. Archivio Pippo Rizzo.
A Rovereto e a Milano l’affascinante ritratto di una grande protagonista della scena culturale e politica del Novecento
Organizzata in sei sezioni tematiche, la mostra presenta cento capolavori di trenta grandi maestri come Boccioni, Bucci, Carrà, Casorati, de Chirico, Dudreville, Funi, Malerba, Marussig, Morandi, Oppi, Rizzo, Rosso, Severini, Sironi, Wildt.
In particolare di Pippo Rizzo è esposto il quadro “Lampi” (1926)
Le due mostre, autonome e complementari, permettono di analizzare la complessa personalità di Sarfatti, con un affondo sull’arte degli anni Venti a Milano e una prospettiva sul ruolo di Margherita ambasciatrice dell’arte Italiana nel mondo.
La mostra, a cura di Giulia Gueci (pronipote di Pippo Rizzo e storica dell’arte) e Sergio Troisi, con oltre 70 lavori tra dipinti, disegni, oggetti d’arte applicata, elementi d’arredo e documenti, si focalizza – attraverso la straordinaria attività di Pippo Rizzo – sull’esperienza del Movimento futurista in Sicilia, mettendone in evidenza la rete di relazioni, affinità elettive e scambi intellettuali tra Rizzo e gli altri artisti a lui contemporanei come Giovanni Varvaro e Vittorio Corona, ma anche Giacomo Balla e Fortunato Depero.
Asse portante dell’esposizione è la Casa d’Arte Pippo Rizzo che, sul modello di Balla e Depero, divenne a Palermo alla metà degli anni Venti fucina progettuale a 360°: laboratorio di idee e novità, dal quale venne fuori non soltanto un lessico pittorico moderno, ma anche una cospicua produzione di opere d’arte applicata, eterogenee e originali.
La mostra, nata in collaborazione con l’Archivio Pippo Rizzo, ha l’intento di creare un discorso unitario fra opere pittoriche, oggetti, fotografie e documenti per raccontare Rizzo artista, intellettuale e organizzatore culturale, ovvero il suo essere stato punto di riferimento importante per il dibattito culturale locale dell’epoca e significativo ponte di collegamento fra la Sicilia e il resto d’Italia.
POST ZANG TUMB TUUUM.
ART LIFE POLITICS: ITALIA 1918–1943
A cura di Germano Celant
18 febbraio – 25 giugno 2018
La mostra esplora il sistema dell’arte e della cultura in Italia tra le due guerre mondiali, partendo dalla ricerca e dallo studio di documenti e fotografie storiche che rivelano il contesto spaziale, temporale, sociale e politico in cui le opere d’arte sono state create, messe in scena, nonché vissute e interpretate dal pubblico dell’epoca.
Il focus su Pippo Rizzo parte da una splendida foto d’archivio in cui sono ritratte Maria Carramusa, moglie dell’artista, e la sua primogenita Elica nel salotto della “Casa d’arte Pippo Rizzo” a Palermo (1929 ca.) per esporre i mobili del salotto futurista e altrI elementi d’arredo come il tappeto “Fioritura di garofano” realizzati dall’artista negli anni Venti.
Per maggiori informazioni: fondazioneprada.org