La mostra, curata da Antonio D’Amico, intende raccontare la modernità della città di Domodossola, che all’inizio del Novecento fu coinvolta pienamente nella logica futurista. Il percorso espositivo presenterà oltre settanta opere comprese tra l’ultimo decennio dell’Ottocento e il 1960, dalla stagione prefuturista all’aeropittura, attraversando le due guerre mondiali, allo scopo di sottolineare il cambiamento del rapporto tra uomo e natura, tra centro e periferia, tra tradizione e futuro.
Insieme ai grandi protagonisti esposti in mostra – Umberto Boccioni, Giacomo Balla e Fortunato Depero – troviamo il più importante capolavoro futurista di Pippo Rizzo: “Il Treno notturno in corsa” del 1926.